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Conclusioni degli Avvocati generali della Corte

Nelle cause di maggior rilievo, la Corte si avvale della consulenza degli otto avvocati generali che la assistono, i quali agendo in piena autonomia ed affrontando tutti gli argomenti del ricorso, propongono una risoluzione, il più delle volte accettata, della controversia. Nella causa in questione, alle conclusioni dell’avvocato generale F.G. Jacobs del 17/3/05, si sono aggiunte, dopo che era stata disposta la riapertura della fase orale del procedimento, quelle dell’avvocato generale Christine Stix-Hackl del 14/3/06. Si procederà quindi ad una analisi delle due conclusioni nei loro punti principali.

- Conclusioni dell'avvocato generale F.G.JACOBS del 17 marzo 2005

Il dott. F.G. Jacobs, seppur affermando che solo i giudici italiani sono competenti a determinare le precise caratteristiche dell’IRAP, in quanto ciò comporta questioni alquanto dettagliate di diritto nazionale, ha presentato comunque, il 17/3/2005, le proprie conclusioni sulla domanda di pronuncia pregiudiziale. L’avvocato generale della Corte ha valutato l’IRAP alla luce delle quattro caratteristiche, che, secondo la giurisprudenza della Corte, un’imposta nazionale deve presentare per essere colpita dal divieto di cui all’art. 33 della sesta direttiva: – si applica in modo generale alle cessioni di beni o di servizi; – è proporzionale al prezzo di tali beni o servizi, qualunque sia il numero di operazioni intervenute; – è applicata ad ogni fase del processo di produzione e di distribuzione; e - grava sul valore aggiunto ai beni e/o ai servizi di cui trattasi.

Applicazione in modo generalizzato alle cessioni di beni e di servizi

Si condividono le affermazioni dell’avvocato generale che riconoscono all’IRAP tale caratteristica. L’art.2 d.lgs 446/97 individua quale presupposto dell’IRAP le attività dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi, analogamente a quanto avviene nell’art.1 d.p.r. 633/72 che prevede che l’IVA si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi. Esistono poi in entrambe le imposte alcune esclusioni o esenzioni, ma che sono tuttavia marginali rispetto all’applicazione generale dei due tributi. L’eccezione sollevata dal governo italiano circa l’assoggettamento all’IRAP, ma non all’IVA, di un impresa che produce 1000 autoveicoli ma non li vende, non è fondata in quanto a fine esercizio quest’impresa valuterà queste rimanenze di 1000 vetture al costo di acquisto o al costo di fabbricazione giungendo ad un imponibile IRAP pari a zero, e anche se questa valutazione dovesse essere più alta rispetto ai costi delle vetture, questo avverrà presumibilmente in un momento che sia vicino alla vendita delle stesse così che il risultato sarebbe simile ai fini tassativi.

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